Editoriale

Tocca a Noi

Comincia un nuovo anno. Siamo a metà stagione ed è dunque tempo di bilanci. Partiamo da un dato di fatto. Anzi da due.
Il Vicenza, dopo la prima partita del girone di ritorno della stagione in corso si trova al terzultimo posto, il che vorrebbe dire serie C. Allo stesso tempo, però, lo stesso Vicenza si trova, con più di 6000 spettatori, al terzo posto della classifica di presenza media di tifosi allo stadio, il che vuol dire un pubblico da play-off. Squadra da retrocessione e pubblico da promozione, è incredibile, ma vero. E se si pensa alle sole 3 vittorie

viste in 22 partite, al poco gioco prodotto, alla crisi societaria che sembra non trovare mai fine, alle tante aspettative puntualmente disattese, c'è da chiedersi come questo sia possibile. È inutile stare a sottolineare che l'amore per la propria squadra va oltre tutte le difficoltà, perché qui da noi è una cosa risaputa da anni, ma a questo punto è necessario essere onesti: a Vicenza l'unica cosa da salvare al momento è la voglia di calcio della gente, l'amore per il Lanerossi, l'orgoglio di un grande passato, ed è proprio da questo che si deve ripartire. Sembra il solito discorso, ma invece è veramente così. E' ora di guardarsi in faccia e di capire che se qui non ci diamo una mossa, la storia finisce, ed il nostro grande passato resterà senza nessun futuro.
Come prima cosa, per fare qualcosa di concreto, non molliamo. La nostra passione e la nostra grinta devono infiammare lo stadio, ad ogni partita. Il Menti deve fare paura agli avversari. La nostra voce deve dare coraggio ai giocatori in campo. Il nostro tifo deve essere un segnale potente e chiaro, deve trasmettere la voglia di lottare, di mangiare l'erba, il pallone e l'avversario. E se già lo è stato fino ad adesso, ora dovrà esserlo ancora di più. Un Menti deserto e spento, sarebbe una condanna.
E poi rimaniamo uniti. Non c'è un tifoso migliore di un altro. Non c'è differenza tra chi ama la stessa maglia. Solo rimanendo uniti si può dare un aiuto concreto: se si creano spaccature all'interno della tifoseria, l'ambiente non può che indebolirsi e risentirne. D'altronde tutti vogliamo la salvezza del Vicenza, tutti vogliamo il passaggio di proprietà nelle mani di qualcuno in grado di dare un futuro al Lane. Tutti vogliamo le stesse cose, quindi non ha senso remare in direzioni diverse per ottenerle. Sarebbero preziose energie sprecate.
Infine, chi può fare qualcosa, la faccia. La trattativa societaria che da mesi lascia tutti in attesa di un risvolto positivo è ancora un punto di domanda, manca ancora qualche forza alla cordata di imprenditori intenzionata ad acquisire la società. E allora chi conosce imprenditori che vogliono dare una mano, che vogliono offrire il loro aiuto ma non sanno come concretizzare la cosa, che possono essere interessati a partecipare a questo gruppo capeggiato dal Sig. Rino Dalle Rive, li metta in contatto con il Centro Coordinamento. Ci sono già tifosi che lo stanno facendo, che si guardano intorno e sfruttano le loro conoscenze per proporlo a chi può dare una mano. Le parole e le buone intenzioni non costano nulla. Il Centro Coordinamento è e deve essere punto di riferimento in tutto questo. Centro logistico ed anima del tifo, collante tra tutti i tifosi sparsi per Vicenza e provincia.
Ancora una volta, insomma, è necessario dimostrare quanto valiamo. Tralasciando tutto il resto, risultati, classifica e brutte prestazioni. È necessario dare l'esempio a chi sta in campo, tutti insieme: trasmettendo la nostra stessa passione, la stessa rabbia e la stessa grinta ai giocatori, allora questo Vicenza non può che salvarsi. Chi veste la maglia biancorossa deve sentire quanto è importante, deve sentire dentro lo stesso brivido che scuote ogni tifoso, nel bene e nel male, nelle vittorie e nelle sconfitte. Deve sentire l'orgoglio di ognuno di noi.
Riempiamo il Menti fino alla fine. Facciamo sentire la nostra voce. Mostriamo la strada per la salvezza ai giocatori. Dimostriamo a tutti che siamo un tifo di serie A.

Non molliamo. Mai.
Forza Lane.